La cacciatrice, Mia opera

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view post Posted on 27/12/2009, 14:41
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La storia è un fantasy, è ambientato nella mia città ed è la prima cosa che scrivo in cui mi ci metto abbastanza seriamente.
Probabilmente non sarà la storia definitiva e dovrò fare molti cambi fino a definirla opera, ma al momento mi piae abbastanza, pubblicherò un capitolo ogni tanto, visto che fra scuola ed altri impegni non ho molto tempo per scrivere. Vi chiedo anche di avere pazienza, in quanto all'inizio la storie forse non scorrerà molto, ma pian piano prenderà forma! Non dico altro e vi auguro buona lettura!


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Tramonto.
La villa antica, stile rinascimentale riposava pacifica sul fianco della collina. Grande, maestosa, sembrava sovrastare con scarsa convinzione la zona circostante. Ospitava ormai da cinquant’anni una famiglia, un tempo parte della nobiltà, ma di cui oggi restava solo il pallido spettro; al suo interno, l’ultima erede di quella casata distrutta, stava in piedi, avanti alla finestra, stringendo tra le mani tremanti un orsacchiotto.
“Andrà tutto bene, Yuri... ”
La sua voce era ferma, impassibile. Strinse con più forza il peluche
“Almeno tu aspettami”
Lo lasciò, poggiandolo su un tavolino rotondo, ornato con un semplice centrino di pizzo bianco, su cui spiccavano un pugnale, semplice e anonimo e un paio di guanti, li indossò, e mise il pugnale nel fodero attaccato alla vita.
Tornò di nuovo davanti alla finestra, fissando il sole che sembrava correre più del solito verso l’altro lato del pianeta azzurro, avrebbe dato qualunque cosa per fermarlo, qualunque cosa per impedire alla luna di iniziare la sua traversata notturna. Per evitare la notte avrebbe dato tutto ciò che di più caro aveva.
Il sole, come sempre sordo alle sue preghiere calò e l’oscurità lentamente invase il mondo. Dopo essersi avvolta in un mantello, nero, come le tenebre della notte e del suo cuore, si avviò verso la porta, uscendo in strada a respirare.
Non mosse che pochi passi tra le strade deserte che uno di loro le si parò davanti, con un sorriso velenoso mentre tra le mani stringeva anch’esso un pugnale.
Fu stancamente che Stella mise mano al suo, mentre a denti stretti recitava le parole che come ogni sera, sembravano raccontare la sua condanna.
“Anche stanotte, dovrò portare avanti questa maledizione, finché ci sarà la notte, finché avrò respiro... finché qualcuno non mi ammazzerà”.
 
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Bridget.}
view post Posted on 27/12/2009, 14:48




mi piaceee *w* voglio vedere come continua :*urca:
 
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Ari The Best.}
view post Posted on 27/12/2009, 14:56




Wow Racky che brava... complimenti!!!
 
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view post Posted on 27/12/2009, 14:59
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Grazie mille! Speriamo che i commenti restino positivi anche man mano che la storia segue!!
 
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Bridget.}
view post Posted on 27/12/2009, 15:01




Haha no dai così mi metti ancora più curiosità e.e
 
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view post Posted on 6/1/2010, 18:21
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Ecco a voi il primo capitolo!!

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L’essere le si avvicinò, il pugnale stretto nella mano destra, ma senza averglielo ancora puntato contro. Era un bell’uomo, sulla trentina, i corti capelli neri incorniciavano il viso squadrato con un’eleganza che a pochi avrebbe donato, gli occhi castani riprendevano con grazia il sorriso che aveva in viso e che mostrava i denti bianchi, dai canini appuntiti. Stella ricambiò il sorriso, stancamente, le prime volte, eccitata dall’idea della cacciatrice, sorrideva con malizia, ma già dopo i primi mesi, ricambiare il sorriso di un vampiro era semplice educazione, etichetta a cui loro davano molta importanza.
“Buonasera cacciatrice”
La salutò, lei accennò un mezzo inchino col capo, prima di rispondergli:
“Chi avrò l’onore di uccidere stasera?”
Quello fece una mezza risata, senza né rabbia né sufficienza, un altro punto a suo favore, dopo l’aspetto, commentò Stella.
“Sono Michele Francia, vampiro di nobile casata della giovanissima età di mille anni e duecentocinquanta spicci!”
Le sorrise con fare da Don Giovanni, Stella di nuovo ricambiò.
“Io invece sono Stella Venditti, vent’enne, cacciatrice di vampiri”.
La sua mano sembrò illuminarsi un poco, mentre recitava le parole in latino:
“Lux da mihi vim ut ego pugnem daemones!”
La luce si propagò lentamente dalla mano al pugnale, sotto lo sguardo del gentiluomo, che osservava con aria impassibile la giovane, appena l’incantesimo sull’arma fu finito i due, quasi a un comando telepatico, si misero in posizione.
Stella portò la mano con il pugnale avanti, tenendo la lama leggermente piegata, in modo da che potesse riflettere nel taglio la luce della luna, che impietosa osservava i duellanti.
Il vampiro, dopo alcuni istanti di concentrazione iniziò la sua lenta trasformazione, le iridi da castane divennero scarlatte, con una fessura centrale, simili a quelle di un gatto, sulla schiena presero forma, lacerando la camicia di poco valore che indossava, due ampie ali nere e le mani divennero quasi corazzate, mentre il pugnale sembrava deformarsi fino ad arrivare a una lama lunga circa novanta centimetri, si fermò sospeso a mezz’aria a osservare Stella, per nulla turbata da quella repentina trasformazione, con calma glaciale fece aumentare la luce sul pugnale di spessore e intensità. Nelle mani del vampiro si concentrò una corrente elettrica che sfumava al nero.
Poi accadde tutto in un istante.
Il vampiro scaraventò con forza il suo potere sulla ragazza, che lo annullò con l’energia bianca della sua mano, le due lame s’incrociarono, emettendo scintille rossastre, per un’ultima volta i loro sguardi s’incrociarono, persi ognuno nel proprio destino, che in quel breve frangente li aveva uniti. Poi, la lama del pugnale rilucendo con più forza incrinò la spada nemica, fino a spezzarla, per poi fermarsi nel petto dell’uomo, che cadde contro il muro ricoperto d’edera.
Stella ricadde indietro, in equilibrio su un ginocchio, fra i frammenti della spada distrutta. Il suo pugnale, rimasto nel corpo del nemico, riluceva di sangue nero.
“Mi perdoni”
Fu solo un sussurro ma per loro due sembrò riempire l’aria.
“Non ti serberò rancore” la rassicurò quello “ognuno ha la sua lotta, tu l’hai vinta ed io l’ho persa. Ognuno combatte per i propri ideali e le proprie convinzioni, le tue sono state più forti delle mie”.
Stella trattenne come sempre le lacrime, anche stanotte aveva privato un essere, che, per quanto diverso da lei, sicuramente aveva avuto qualcosa di caro e lo era stato ad altri.
“Come può... come può dire che non mi serba rancore, come può dire che va bene così?”
Le fece un sorriso, stanco, mentre un rivolo di sangue gli scendeva dal lato sinistro della bocca.
“Sono cose che capitano, quando avrai mille e duecentocinquant’anni, capirai che le cose hanno molto meno senso di quel che si possa immaginare”.
Poco dopo chiuse gli occhi, il suo corpo, dopo aver brillato di una luce oscura, scomparve disgregandosi come al sole, Stella si avvicinò e riprese il pugnale, dopo aver augurato all’affascinante vampiro un buon viaggio per la sua futura destinazione.
Non si lasciò andare per più di pochi secondi, la notte era lunga e i vampiri in circolazione nel piccolo paese non erano certo finiti.


Inizino i commenti!!
 
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Ari The Best.}
view post Posted on 6/1/2010, 19:22




Wow Racky... sei davvero brava.... complimenti... pernsare che io devo fare 2 miseri temi e nn so cs scrivere... e tu scrivi già un raccontooo!!! xD
 
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view post Posted on 6/1/2010, 19:27
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Ma io i temi a scuola li faccio penosi, sono brava solo qui XD
 
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Ari The Best.}
view post Posted on 6/1/2010, 19:40




xD
 
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8 replies since 27/12/2009, 14:41   70 views
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